Un microfono ti cambia la vita: Logitech Headset, Rode smartLav+ e Blue Yeti
Tre microfoni, diversi tra loro, ma che possono fare la differenza per streaming, lezioni, conferenze.
Strumenti professionali per teledidattica, streaming, conferenze e riunioni
I quattro mesi di lockdown, con la conseguente necessità di migrare online attività che, prima, erano svolte di persona (one-to-one) o in aula, hanno messo in luce inesorabilmente i limiti congeniti delle prestazioni dei microfoni incorporati nei computer portatili, nei tablet e negli smartphone.
Di qui la necessità, soprattutto in ambienti rumorosi o condivisi con altre persone, di generare una sorgente sonora, legata al proprio parlato, che sia la più pulita e chiara possibile.
Posto che, in un ambiente ben insonorizzato (ad esempio: uno studio con porte e finestre chiuse), il microfono e le casse del portatile possono fornire un servizio più che accettabile, ho sperimentato sulla mia pelle (e sul mio portafoglio) come il passaggio a una strumentazione più mirata e professionale garantisca, comunque, un miglioramento della qualità della vita lavorativa che non ha eguali e che consente di effettuare sia dirette, sia registrazioni audio, che danno grande soddisfazione.
In questo articolo parlerò di tre prodotti che ho usato intensamente in questi ultimi due anni e che, pertanto, consiglierei a occhi chiusi.
Non saranno i migliori in giro, certo. E ce ne saranno sicuramente altri. Ma preferisco parlare di prodotti che ho testato sul campo in maniera intensa, in centinaia di ore di lezioni, workshop, conferenze, podcast, registrazioni e streaming, e che mai una volta, dico una, mi hanno deluso.
Li ho acquistati un poco d’istinto, senza perdere ore in analisi comparative o nella lettura di recensioni (dovevo essere operativo in fretta). E mi è andata bene.
Un headset della Logitech
Il primo prodotto è un set di cuffie e microfono in plastica della Logitech. Ho scelto il più economico del catalogo. Si tratta di un prodotto che non è, a essere onesti, elegantissimo (è pensato per i call center e per conversazioni via Skype) ma è assai leggero (più delle cuffie da gamers, ad esempio) e si presenta con la forma di un archetto con due cuffie e con un piccolo microfono a stelo che si può (leggermente) aggiustare. La connessione è USB.
I vantaggi di questo strumento, che è quello che più ho utilizzato tra i tre, sono i seguenti.
La marca Logitech è una certezza in quanto a compatibilità. Lo colleghi all’USB del computer e non ho trovato nessun software di videoconferenza, streaming, riunioni che non lo "riconoscesse" o che mostrasse problemi di compatibilità. Non ha avuto mai alcun problema con Zoom, GoToMeeting, GoToWebinar, Teams, Adobe Connect, StreamYard, ma anche con software proprietari o in Java (come Teleskill).
Il microfono riduce moltissimo il rumore attorno, e punta diretto sulla bocca/voce correndo parallelo alla guancia, quindi non entrano nell’audio rumori "strani" (in alcuni casi, anche con finestra aperta e sirene che passavano per Milano, l’audio esterno non entrava).
Le cuffie sono discrete, e l’audio stereo si sente bene; il cavo è sufficientemente lungo per garantire una mobilità decente.
Sono cuffie molto leggere, e le ho tenute anche per ore (sino a quattro/sei) senza alcun fastidio o problema.
Il modello, oggi, ha la sigla H340, e sul sito di Logitech è venduto a circa 35 Euro. Sembra identico al mio che ho comprato più di un anno fa (il mio non ha la scritta bianca sull'archetto, però). Secondo me sono un affare e, soprattutto, si possono utilizzare anche per Skype. Non le ho usate mai per registrare podcast, ma ho il sentore che possano, comunque, funzionare bene anche in quel contesto.
Rode smartLav+
Il secondo prodotto sale un po’ di prezzo, è sui 65 euro, e si tratta del Rode smartLav+. È un oggettino davvero interessante: è "solo" un microfono (non ha, quindi, né auricolare, né cuffie) in formato lavalier, ossia quei microfoni minuscoli indossabili grandi poco più di un calabrone con una molletta (da noi, in Emilia, si direbbe con un “ciappetto”) da fissare al bavero della giacca o al colletto della polo o, direttamente, ai peli del petto (per i più arditi...). Esatto: proprio come quelli che vengono fatti indossare nelle trasmissioni televisive.
Lo smartLav+ ha tantissime carte da giocare (e conseguenti frecce al proprio arco).
Innanzitutto, si può collegare sia a smartphone, sia a tablet, sia a computer, macchine fotografiche o registratori digitali.
Il suo connettore, infatti, non è un USB come quello del Logitech di cui abbiamo parlato poco sopra, ma è una connessione TRRS (un jack simile a quello delle cuffie da walkman – ma esistono ancora? – o da iPod ma che, semplificando, permette un flusso di dati maggiore).
Io, ad esempio, l’ho subito collegato senza problemi ad (almeno) cinque dispositivi: un iPhone, un telefono Android, un MacBook Air, un registratorino digitale Olympus e una piccola videocamera Sony.
Si tratta di un microfonino molto sensibile che ha anche un piccolo “cappottino” in spugna antivento e che diventa perfetto in tutte quelle occasioni nelle quali dovete solo parlare, e non volete avere una cuffia + microfono sulla testa.
La qualità è notevole: ho fatto una prova comparando il Rode con il microfono del laptop, e la differenza è evidente. Una voce calda, ben definita, proprio da trasmissione radiofonica o televisiva.
In teoria questo piccolo lavalier sarebbe pensato per registrare direttamente su smartphone o tablet, ma lo utilizzo soprattutto da computer. Inoltre, purtroppo, l’app che viene pubblicizzata dalla Rode nell’Apple Store per fungere da registratore (con, anche, effetti e filtri per la voce) non è disponibile in Europa, e ne viene fornita una versione light (LE) con meno funzioni. Però immagino che ci siano tanti registratori digitali per smartphone da scaricare, nel caso uno avesse intenzione di usare (anche) in quel modo il dispositivo.
Rispetto al Logitech, USB a parte, questo microfono non filtra i rumori ambientali, quindi occorre stare in un ambiente abbastanza silenzioso.
Pesa pochi grammi e si può portare in giro da connettere a qualsiasi dispositivo per avere un audio di qualità (penso, ad esempio, alla connessione a una reflex su cavalletto per avere un bel video + audio).
Attenzione che il cavo è molto resistente ma è un po’ corto, nel senso che è più che sufficiente quando si sta alla scrivania, ma non è adatto per stare alcuni metri lontano dal dispositivo che sta registrando.
Il grande vantaggio, in questo caso, è che si può utilizzare la presa-cuffie del nostro dispositivo (come accessori ci sono anche alcuni adattatori nel caso il dispositivo abbia una connessione diversa).
Il Blue Yeti
Infine, il terzo prodotto è il microfono Blue Yeti della Blue, che ha un prezzo tra i 140 e i 160 Euro in rete.
Il Blue Yeti è un microfono/scheda audio pensato soprattutto per il broadcasting e i podcast. Anche questo si connette via USB, non ha alcun problema ad essere rilevato (sinora tutti i programmi che ho usato, compresi quelli di musica, me lo hanno "visto" senza problemi) e ha diverse funzioni molto interessanti.
In primis, ha diverse configurazioni possibili che permettono di usare il microfono da soli, o per riprendere un ambiente, o per riprendere due persone che parlano una di fronte all’altra.
In pratica, si può impostare il microfono a seconda del contesto. Vuoi che riprenda solo la tua voce se parli direttamente verso il microfono? Oppure i due speaker sono uno di fronte all’altro, e vuoi che riprenda l’audio in quel modo? Vuoi organizzare una tavola rotonda con quattro persone che parlano ai quattro lati del tavolo? Nessun problema. Il Blue Yeti si può adattare a ogni situazione.
Ha un ingresso/uscita per cuffie, per permettere di ascoltare in cuffia, e si trasforma così in una vera e propria scheda audio (anzi: è già una scheda audio). È molto solido e pesante, e piacevole esteticamente, per cui anche se finisce dentro alla ripresa/fuoco della webcam, si fa sempre fare bella figura.
Funziona talmente bene che si può usare per tutto: voce, cantato, podcast, streaming, musica. Ho anche registrato delle tracce di chitarra, e non ha dato nessun problema.
Io l’ho usato in diverse occasioni: per registrare dei podcast, anche in viaggio, oppure per fare streaming LIVE in servizi come StreamYard che consigliano, tra gli altri, proprio questo prodotto.
Conclusioni: un approccio professionale
In conclusione, sistemare il proprio audio/microfono, anche in vista di un dopo-estate dove gli strumenti in streaming saranno probabilmente ancora usati intensamente, è il primo passo importante per spostarsi da un livello “amatoriale” a uno più professionale.
I tre prodotti indicati, ciascuno con un suo livello di prezzo e, soprattutto, ciascuno pensato per una specifica funzionalità, sono quelli che da tanti mesi mi stanno dando grandissime soddisfazioni.
Non mi sento, quindi, che consigliarli anche a voi.
Li ho comprati tutti e tre con fondi miei personali, e non dell’ente per cui lavoro, e non ho alcun contatto né con Logitech, né con Rode, né con Blue.
Cercando un po’ in giro, sono riuscito a trovare le cuffie Logitech a un prezzo di circa 30 Euro, il Rode attorno ai 60 Euro e il Blue Yeti in offerta a 119 Euro in un vecchio MediaWorld milanese, mi sembra che fosse quello in Stazione Centrale, che adesso non c’è più. Ma penso che i prezzi siano, comunque, sempre attorno a quelle cifre.