Chi sono
UNA BREVE BIOGRAFIA
Giovanni Ziccardi (Castelfranco Emilia, Modena, 1969) è Professore Ordinario di Filosofia del Diritto (materia d'elezione: “Informatica Giuridica”) presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche "Cesare Beccaria" dell’Università degli Studi di Milano. Professore "Jean Monnet" (2020-2023) nel corso di “European Union Data Governance and Cybersecurity". Insegna anche "Abilità Informatico-Giuridiche", "Smart Cities, Artificial Intelligence and Digital Transformation Law" e "Diritto dei Prodotti Digitali" all'Università di Milano e tiene un modulo sulla Criminalità Informatica al Master in Diritto delle Nuove Tecnologie e Informatica Giuridica dell’Università degli Studi di Bologna.
Coordinatore Scientifico del Centro di Ricerca Coordinato in “Information Society Law” (ISLC), è componente del Comitato Etico e del Comitato Cybersecurity dell’Ateneo milanese.
Dal 1984 – anno in cui gli fu regalato il primo computer – ha studiato gli ambienti hacker nazionali e internazionali, incontrandone gli esponenti e descrivendone l’evoluzione. Ha dedicato a quegli anni un saggio (“Hacker – Il richiamo della libertà”, Marsilio, 2011), una biografia del giovane hacker Aaron Swartz e delle sue tragiche vicende ("Aggiustare il mondo", Milano University Press, 2022) e tre thriller tecnologici ("Occhi nella rete", Mucchi, 1999; “L’ultimo hacker”, Marsilio, 2012, e "La rete ombra", Marsilio, 2018).
Avvocato e giornalista pubblicista, è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Modena e dottore di ricerca presso l’Università di Bologna.
I suoi ultimi lavori monografici sono su falso, frodi, crimini informatici e deepfake ("Dati Avvelenati", Raffaello Cortina, 2024), sui diritti digitali ("Diritti digitali", Raffelo Cortina, 2022), sull’uso delle tecnologie in politica (“Tecnologie per il potere”, Raffaello Cortina, 2019) e sull'hate speech in politica ("Online Political Hate Speech in Europe – The Rise of New Extremisms", Edward Elgar, 2020), sulla resistenza elettronica (“Resistance, Liberation Technology and Human Rights in the Digital Age”, Springer, 2012), sulla società controllata (“Internet, controllo e libertà”, Raffaello Cortina, 2015), sulle espressioni d’odio (“L’odio online”, Raffaello Cortina, 2016) e sulla morte digitale (“Il Libro Digitale dei Morti”, UTET, 2017).
Ha curato anche, con Pierluigi Perri, un Dizionario Legal Tech (Giuffrè Francis Lefebvre, 2020) e un volume sullo Studio Legale Sicuro (Giuffrè Francis Lefebvre, 2021).
Ha pubblicato articoli scientifici in Italia, Europa e Giappone, e monografie con i più importanti editori nazionali e internazionali. Dirige una rivista scientifica, “Ciberspazio e Diritto”.
Accanto alle attività di ricerca, crede nell’importanza della divulgazione sui temi della sicurezza informatica e della privacy. Ha curato, a tal fine, per tanti anni la rubrica “Diritti digitali” sul settimanale “Donna Moderna” e ha pubblicato un libro sull’uso responsabile dei social media da parte degli adolescenti (Giuffrè-Corriere della Sera, 2017).
Ha organizzato per quasi dieci anni i percorsi formativi informatico-giuridici in occasione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.
QUALCHE NOTA "MENO FORMALE" SU DI ME
Mi chiamo Giovanni Ziccardi, sono emiliano, nato nel 1969 a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, dove ogni anno, a settembre, celebriamo la nascita del vero tortellino. Sono cresciuto equamente influenzato dalla tradizione modenese e da quella bolognese. I miei studi superiori, universitari e post-universitari si sono divisi tra Modena e Bologna. Dal 2002, però, vivo a Milano, dove mi sono trasferito per lavoro.
Ho iniziato a scrivere regolarmente quando avevo più o meno vent’anni. I miei primi articoli sono apparsi sulle pagine della “Gazzetta di Modena” agli inizi degli anni Novanta. Fu il primo quotidiano che, con l’allora direttore Antonio Mascolo, mi diede una possibilità e m’introdusse all’affascinante mondo della carta stampata e del giornalismo. Scrivevo di calcio (seguivo le partite della Virtus Castelfranco), di cronaca giudiziaria (ero iscritto a Giurisprudenza a Modena e fui “inviato”, per un certo periodo, presso la Pretura di Sassuolo: udienze tutti i venerdì) e, ogni tanto, facevo qualche incursione sulle pagine della cronaca cittadina.
Da allora, non ho più smesso di scrivere e, nel corso degli anni, ho collaborato con quasi tutte le più importante testate nazionali.
Subito dopo la laurea in Giurisprudenza, l’esame da avvocato e un dottorato di ricerca in Informatica Giuridica a Bologna sul tema dei crimini informatici, la mia scrittura ha preso la strada di articoli scientifici e, poi, di libri: saggi, in italiano e in inglese, racconti e thriller.
Il primo thriller, “Occhi nella rete”, pubblicato da Mucchi Editore di Modena nel 1999, ha anticipato il secondo del 2012 (“L’ultimo hacker”) e il terzo uscito nel 2018 (“La rete ombra”), pubblicati tutti e due da Marsilio nella collana “Farfalle”.
I temi dei miei scritti “professionali” ruotano soprattutto attorno alla tecnologia, in tutti i suoi aspetti: ho scritto, e scrivo, di crittografia e di odio online, di sorveglianza occulta e di controllo globale, di diritto d’autore e di resistenza elettronica, di morte digitale e di diritti fondamentali, di guerra dell’informazione e di politica sui social network, di downshifting digitale e di hacking, di privacy e di crimini informatici.
Nel podcast, “Zero Days” parlo di sicurezza, nel podcast "Verdetti" (Giuffrè Francis Lefebvre) racconto i grandi processi e nel podcast "Guardie e Ladri" (con Paolo Cagnan, OnePodcast e Gruppo GEDI) parlo di frodi informatiche. Cerco di mantenere una discreta attività sui social network, soprattutto su Telegram (Canale "Cyberlaw"), LinkedIn, Facebook e Twitter.
Ho portato avanti, negli anni, la passione per la musica (in particolare per la chitarra e per il pianoforte), per i viaggi (soprattutto nei Paesi dell’Est: grazie all’insegnamento dei miei genitori mi è rimasto un debole per Praga, città che ho frequentato a lungo), per la lettura e per i posti di mare, soprattutto la mia amata Romagna, la Grecia e il sud.
Sul comodino, e nella mia libreria, ho i fumetti di Frank Miller e i libri di Pier Vittorio Tondelli e di Emidio Clementi, di Aldo Busi e di Alberto Arbasino, di Ernest Hemingway e di Angelo Maria Ripellino, di Claudio Magris e di Mariolina Venezia, di Valerio Massimo Manfredi e di Lee Child, di Jeffery Deaver e di John Grisham, di Scott Turow e di Karel Çapek, di Francesco Guccini e di Silvia Ballestra, di Franz Kafka e di George Orwell, oltre a manuali di storia e di geopolitica, a classici russi, alle poesie di Sandro Penna e di Alda Merini, agli scritti di Stefano Rodotà, di Norberto Bobbio e di Pier Paolo Pasolini, di Harper Lee e di Haruki Murakami, di Hannah Arendt e di Stefano Benni, di Primo Levi e di Carlo Levi, di John Williams e di Anna Politkovskaja.
“Praga Magica”, “Cristo si è fermato a Eboli”, “Mille anni che sto qui”, La notte del Pratello”, “Stoner”, “La guerra degli Antò”, “Danubio”, “Fiesta”, “Altri libertini” e “1984” sono solo alcuni dei libri che sovente rileggo, che hanno significato molto per me e da cui cerco di trarre costante ispirazione.
TRASPARENZA CIRCA I CONTENUTI DEL SITO WEB E DEL BLOG
Il mio lavoro è quello di professore universitario a tempo pieno di Informatica Giuridica presso l’Università degli Studi di Milano. Nulla di quanto è scritto in queste pagine, però, è riferito direttamente – o è, in alcun modo, riferibile direttamente – alla mia posizione universitaria né, tantomeno, all’Università stessa, né alla mia attività o qualifica di professore universitario, a meno che i contenuti, i toni, e i temi, non siano chiaramente scientifici e accademici. Questo sito esprime unicamente il mio parere, e mai quello del mio datore di lavoro. Nulla è riferibile, allo stesso modo, alle mie attività di docenza presso l’Università degli Studi di Bologna, e a tale Ateneo, né alla mia partecipazione alle attività del Comitato Etico e del Comitato Sicurezza e Protezione dei Dati dell’Università degli Studi di Milano, a meno che tale "appartenenza" non sia esplicitamente indicata, nè alla mia appartenza a organi di governance di società o enti.
Non ho clienti, e non svolgo attività libero-professionale. Non ho mai avuto, e non ho, tessere di partiti politici.
Ho collaborato, o collaboro, con numerosi quotidiani senza soluzione di continuità (tra gli altri: Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e Robinson, Il Corriere della Sera, Domani, Il Sole 24 Ore, Il Quotidiano Giuridico, Il Quotidiano IPSOA) e con settimanali (Donna Moderna, Grazia, Wired). Ho pubblicato, e pubblico, con numerosi editori (tra gli altri: Milano University Press, Giuffrè, Il Mulino, Giappichelli, Raffaello Cortina, De Agostini/UTET, Marsilio, Mucchi, Pearson, Springer, IPSOA, Wolters Kluwer, Il Sole 24 Ore, l’Enciclopedia Italiana Treccani, Edward Elgar). Sono docente per diverse società di formazione (tra le altre: Giuffrè Francis Lefebvre, Wolters Kluwer, Altalex, Sharecom, ANIA Safe, Euroconference, Federprivacy, IRSA, AC Formazione). Nessuno degli articoli pubblicati su questo blog, però, è commissionato, o condizionato, dalle testate, dalle realtà o dalle aziende poco sopra citate.
Sono giornalista pubblicista dal 1996 (tessera n. 079240, Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna) e sono direttore della rivista scientifica Ciberspazio e Diritto. Sono iscritto all’albo speciale degli avvocati, Ordine degli Avvocati di Modena, e siedo gratuitamente nel Collegio dei Probiviri del Clusit, società italiana per la sicurezza informatica.
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