Storia e fatti dell’hacking (S01 E03): Le origini dell’hacking al MIT
Il Massachusetts Institute of Technology (MIT), fondato nel 1861 dal geologo William Barton Rogers, è un’Università privata rinomata per la qualità dell’insegnamento e, soprattutto, dell’attività di ricerca.
Tradizionalmente nota per coltivare lo studio delle materie scientifiche (biologia, fisica, chimica, matematica e scienze della terra) ha, nel tempo, ampliato l’offerta di corsi di studio alle discipline linguistiche, economiche e alle scienze politiche.
La reputazione di cui gode è dovuta, in gran parte, ai sofisticati laboratori che mette a disposizione degli studenti (vi si possono trovare, solo a titolo di esempio, un laboratorio d’intelligenza artificiale, dove iniziò a operare, tra gli altri, il teorico del software libero Richard Stallman, un reattore nucleare e cinque acceleratori ad alta energia).
Grazie a tali caratteristiche il MIT ha attirato le menti più brillanti del mondo, tanto che, spesso, viene citato in romanzi, film e telefilm al fine di conferire ai personaggi grande intelligenza ed eccelse conoscenze scientifiche e tecnologiche: si pensi a Tony Stark/Iron Man, a Mr. Fantastic dei Fantastici Quattro, a Gunnar Jensen nel film I Mercenari e ad Ash del telefilm Supernatural, tutti, nella fiction, laureati al MIT.
Gli hacker “storici” ricordano sovente come al MIT sia attivo il Tech Model Railroad Club, un club di appassionati di trenini elettrici considerato il “nido” dei primi hacker al mondo.
Ancora oggi, nei locali del MIT, sui muri dei laboratori e nei club nerd di quell’Ateneo, sono affisse le “buone regole dell’hacking” (che riportiamo in lingua originale perché di facile comprensione):
1. Be safe. Your safety, the safety of your fellow hackers, and the safety of anyone you hack should never be compromised.
2. Be subtle. Leave no evidence that you were ever there.
3. Leave things as you found them (or better).
4. If you find something broken call F-IXIT (the local number
for reporting problems with the buildings and grounds). Hackers often go places that Institute workers do not frequent regularly and may see problems before anyone else.
5. Leave no damage.
6. Do not steal anything.
7. Brute force is the last resort of the incompetent (“One who
breaks a thing to find out what it is has left the path of reason.” — Keshlam the Seer, Knight of the Random Order).
8. Do not hack while under the influence of alcohol/drugs/etc.
9. Do not drop things (off a building) without a ground crew.
10. Do not hack alone (just like swimming).
11. Above all, exercise common sense.
Ancora oggi il MIT viene immediamente citato quando si parla di hacking, soprattutto di hacking "in senso buono", dove prevale il forte legame con il mondo accademico e con la ricerca.