Cronache dalla Romagna (S01 E01): "L'alba dei compressori viventi"
La moda dei gonfiabili ha attecchito, naturalmente, anche al Bagno Cesira. L'inaugurazione del nuovo compressore ha portato, oggi, una ventata di entusiasmo. E qualche imprevisto.

(Com)pressato da continue, e insistenti, richieste provenienti dai suoi peggiori clienti (istanze ben motivate, a onor del vero, dalla necessità di un uso imminente – e immanente – di una flotta di canotti, gommoni, braccioli, bananoni, isolotti, bambole gonfiabili, unicorni, fenicotteri rosa, Avengers e materassini a minacciosa forma di ghiacciolo morsato color arcobaleno), il bagnino del Bagno Cesira di Pinarella di Cervia, il celebre Cavaliere del (poco) Lavoro Primo Graziadei, si è dovuto, a inizio stagione, arrendere.
Si è dotato di un compressore che fosse, al contempo, professionale, pratico e assai semplice da utilizzare, dato il noto livello medio di intelligenza collettiva e anche singola caratterizzante gli avventori del tratto di spiaggia da lui amministrato.
Per lunga parte del mese di maggio era riuscito a ovviare al problema mettendo sotto contratto a tempo determinato in nero un suo avventore storico, Duilio Sangalli, pensionato di Lavezzola sofferente, al tempo stesso, di asma, singhiozzo, rinite, meteorismo e pneumotorace.
Si tratta, si noti – e scusate se sono pedante – di un caso unico al mondo, studiato anche dai principali scienziati giapponesi in un’ottica di previsione dei terremoti e delle bolle nelle maree.
In pratica, si collegava a Duilio il mezzo da gonfiare, anche due o tre contemporaneamente, e il pensionato funzionava discretamente. Soprattutto dopo pranzo.
Ora, però, Duilio è andato in montagna, a respirare (e viziare) aria buona, quindi lo stabilimento è rimasto senza compressore. Era necessario, di conseguenza, procedere a un investimento economico.
Come sempre, al Bagno Cesira si va al risparmio.
Il bagnino si è fatto prestare dal nipote apprendista carrozziere, un ragazzotto che ha fatto anche il meccanico in Ducati nel motomondiale 2009/2010, il compressore che hanno usato ai box per le gomme delle moto, e che il giovane si è portato via in segno di sfregio quando lo licenziarono.
Fu lui che, nella gara decisiva del 2010, chiuse la pipetta della benzina a Stoner con un’azione goliardica dimostrativa dichiarando ad alta voce in diretta televisiva mondiale: “Oh, ciò, questo ragazzo è un po’ troppo serio, eh, ma facciamoci un bello scherzo, che si ride un po’, qui ai bocs”.
Il modello è un Rostok Dominator Soviet Pneumax ad alto rendimento, a valvole e uranio impoverito, di produzione russa, con una potenza di 1.500 bar, 3 autogrill e un chiosco di piadina a pieno regime a Ferragosto in Viale Ceccarini. È in grado di gonfiare un set (ma anche ot, o nov…) di gomme in tre millisecondi e, nel frattempo, il meccanico ti può controllare l’olio, ti pulisce il casco e ti compila la scheda carburante.
Il Rostok richiede, però, una sensibilità nel dito indice (che va posizionato sul grilletto) pari a quella di un cecchino sovietico durante l’assedio di Stalingrado. Per l’utilizzo, era obbligatoria, nell’ex Unione Sovietica, la frequenza di un Corso di Perfezionamento di almeno 80 ore (al freddo) in Siberia e la certificazione/patentino “Master Russian Kompressor”, Livello 10.
“Ciò, non so se è proprio, proprio, proprio, proprio adatto per un uso da spiaggia, e poi, forse, bisognerebbe fare prima il corso...”, ha subito detto, previdente, la Luisina, sartina della Zeppa molto saggia che, però, viene presa sempre come la Cassandra di turno, anche a causa della sua timidezza. E viene regolarmente inascoltata. Ma questa volta la nostra Cassandra aveva ragione.
Il compressore è stato posizionato strategicamente nello spazio tra la spiaggia e il bar, per essere usato in molteplici modi.
Il primo a usarlo è stato Olindo, con un Flamingo Adamoli rosa gonfiabile del nipote che era in regalo con “Caccia e Pesca”. Il Flamingo Adamoli, eh, non il nipote.
Ha collegato il compressore al fenicottero di gomma, ha esercitato una decisa pressione sul grilletto, c’è stato un calo di tensione per tutta la costa, da Marina di Ravenna a Vieste, si è bloccata la ruota panoramica di Mirabilandia e il Flamingo ha preso il volo con un sibilo a sirena per unirsi a una pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori di stanza a Fusignano.
“Oh, ciò, era dal 1965 che non vedevo un fenicottero rosa delle saline di Cervia fare il solista”, ha commentato la Nives commossa, osservando il cielo con i suoi occhioni azzurri e ferendo, con il ciuffo laccato, il tedesco che aveva alle spalle.
Adamoli, per i cultori della materia, è una nota marca di canotti e gommoni presente sul suolo romagnolo sin da dopo la Seconda Guerra Mondiale e assai diffusa sulla costa, ed è diventata presto sinonimo di “canotto”, tanto che sono state coniate alcune espressioni tipiche: “Oscia, l’è un Adamoli!” (“Accidenti, è un Adamoli”, come dire: un oggetto di gran pregio); “Ti sgonfio l’Adamoli” (minaccia tipica, in situazioni di spiaggia affollata), “Dì bain sò, Adamoli” (“Dimmi mò, Adamoli”, dove il proprietario del canotto viene immedesimato nel canotto stesso) e “Ma va in tè casèin, te e il tuo Adamoli” (dove l’offesa alla persona si estende anche ai suoi beni e agli esercizi poco raccomandabili da lui/lei abitualmente frequentati, usando il moto a luogo) o “Ma fét dér in tè cul, te e il tuo Adamoli” (dove l’offesa alla persona si estende anche ai suoi beni e a una parte del suo corpo ben precisa, usando però, questa volta, il moto da luogo) .
Il geometra Ranucci ha, notoriamente, una moglie molto precisa e attenta all’igiene, che lo costringe a usare le pattine in casa e che non vedeva l’ora dell’installazione del compressore.
“Ciò, adesso così ti puoi togliere per bene la sabbia dalle pianelle prima di entrare in casa”, gli ha sussurrato contenta.
Ranucci, prima di salire verso casa dalla spiaggia, ha allora avvicinato il compressore ai piedi, ha sparato una compressata energetica e, ovviamente, la pianella si è involata insieme a due unghie.
Il problema è che le pianelle di Ranucci sono ancora quelle che aveva addosso la sera dei mondiali di Spagna del 1982 che, per superstizione, non si è mai più tolto e che, nel corso degli anni, si sono a dir poco irrigidite. Presentano, ormai, tre strati: i) la suola originale; ii) sotto, una seconda suola fatta di un misto di sabbia, sale, conchiglie, Big Babol masticate, bachelite, un battipenna originale di una Telecaster del ‘52 e calcare e, infine, iii) un terzo strato di puro, affilatissimo alabastro.
La pianella destra è partita, a mo’ di frisbee, ai mille all’ora e ha centrato il commerciante col carretto su ruote che vende i croccanti, causando una cascata di noccioline e granella per tutto il bagno. Prima che si pulisse la seconda pianella, è stato immobilizzato dalla protezione civile.
Il nipote del bagnino che sta al bar, e che ha frequentato un corso di cocktail per corrispondenza (il corso era in regalo con uno da deejay, sempre per corrispondenza) ha deciso, poco dopo, di usare il compressore in modalità creative.
“Ciò, l’ho visto fare anche a MasterChef”, ha detto, facendo un po’ di confusione visiva e mentale con la fiamma ossidrica Black&Decker usata da Cracco per caramellare il tuorlo d’uovo e per punire i concorrenti.
“Mi fa un cappuccino con un bel po’ di cremina, che oggi ci ho bisogno di tenerezza?”, ha civettato suadente la Maria mentre leggeva l’oroscopo della Gazzetta di Modena.
Il barista creativo non vedeva l’ora: “Mo guardi, le faccio anche il cuoricino”, ed è corso fuori, e ha sparato una compressata sulla tazzina con una pioggia di caffè, latte e cremina per due bagni che neanche una tempesta di sabbia de “La Mummia”.
“Ciò, che euforia”, ha detto la Maria, mentre si toglieva il cacao in polvere dagli occhiali. E, in quel momento, si è commossa, nel ricordo di un’avventura giovanile che ebbe proprio su quelle spiagge, nel 1979, con un allora esordiente Peter North in vacanza a Igea Marina.
Per chi ne fosse all’oscuro, Peter (per gli amici e le amiche) è uno dei pornoattori più famosi della storia del cinema, in voga, e che voga!, fin dalla metà degli anni Ottanta, che ogni estate villeggiava per alcuni giorni in riviera romagnola lasciando sempre buoni ricordi di sé. A lui furono dedicati, in una cerimonia organizzata dalla moglie dell'allora Sindaco di Rimini, il fascio di luce del primo faro del Cocoricò, il grattacielo di Cesenatico e la Torre di Pisa de L'Italia in Miniatura.
Otello, il burlone del gruppo, sempre alla ricerca dello show perfetto, ha voluto usare il compressore, durante una gara, per bocciare. Esatto: proprio per bocciare.
Si è posizionato come Paul Newman ne “Lo Spaccone”, usando la lancia del compressore a guisa di stecca da biliardo, l’ha avvicinata alla boccia e.. zac! La boccia è partita alla stessa velocità della Ducati Motomondiale, ha trapassato tre tibie di ignoti (che non potranno più essere riconosciuti, per tale motivo, dalle tibie ma solo dai denti) e i muretti del campo da bocce, per finire in mare.
Ora, per amor di verità, è giusto dire che con la pressione, pian piano, dopo i disastri dei primi giorni, gli avventori del Bagno Cesira ci stanno prendendo la mano.
I canottini assomigliano sempre meno a motonavi, i palloni da beach volley, ora, sembrano soltanto delle piccole mongolfiere, i nipotini hanno imparato a far volare il toupet dei nonni anche a distanza di 50 metri.
Soprattutto, vi è stato un calo drastico di malori e di infarti, e ora sono tutti concordi nel fare un plauso alla tecnologia.
Perché alla tecnologia, pian piano, ci si abitua.
Anche se russa!